Test sul campo del monocolo termico Hikmicro Condor CQ50L 2.0:: precisione, potenza, ergonomia – 3028 euro

PREMESSA

Hikmicro è ormai un marchio molto noto tra gli appassionati italiani, in particolare tra i lettori di www.termicienotturni.it.  Nel corso degli ultimi anni, infatti, ho recensito molti prodotti di questa azienda, questo è accaduto anche perché il distributore italiano, Origin STB, è uno dei pochi che mi concede la possibilità di esprimere liberamente la mia opinione personale, senza alcuna forzatura. Per questo motivo sono molto lieto di presentarvi le mie impressioni pratiche sul campo riguardo al monocolo termico  Hikmicro CQ50L 2.0 della serie Condor, che attualmente ha un prezzo di 3.028 euro.

 

MODELLI DISPONIBILI


La nuova serie Condor è stata presentata da HIKMICRO nel mese di gennaio  del 2025 ed è composta da due modelli: il CQ35L 2.0, che è dotato di un obiettivo con un diametro di 35 mm f/1.0 e un range massimo di rilevamento pari a 1.800 metri, e il visore termico oggetto di questo test, il CQ50L 2.0, che beneficia di un obiettivo da 50 mm con apertura f/0.9 capace di raggiungere una distanza massima di rilevamento di ben 2.600 metri.

Entrambi i modelli presentano un telemetro integrato, come vedremo più avanti, ma si differenziano per il range di ingrandimento:

  • 1,9x – 15,2x per il 35 mm

  • 2,7x – 21,6x per il più potente modello da 50 mm.

DOTAZIONE DI SERIE


Invito i lettori a visionare il video dedicato all’unboxing di questo visore termico.
Posso comunque anticiparvi che, come di consueto per HIKMICRO, la dotazione di serie è particolarmente completa.

All’interno dell’ottimo packaging in cartone, nei colori nero, bianco e rosso, troverete:

  • il visore termico,

  • un cavo Type-C,

  • due batterie,

  • una tracolla,

  • una cinghia da polso,

  • un caricabatterie,

  • un panno per la pulizia,

  • una borsa in cordura per il trasporto,

  • e una guida rapida.

MECCANICA E SISTEMA DI MESSA A FUOCO

Se dovessi descrivere il Condor CQ50L 2.0 con un solo aggettivo, direi senz’altro ergonomico. Si tratta infatti di uno dei visori termici più comodi da impugnare e sostenere che io abbia mai provato.

Nella parte inferiore è presente una sede molto ergonomica, che consente di impugnare perfettamente lo scafo dello strumento. Il pollice si avvolge naturalmente fino alla zona dei pulsanti e, se avete mani abbastanza grandi, è addirittura possibile agire sulla manopola di messa a fuoco con l’indice, mentre medio e anulare possono gestire i pulsanti.

FIG.1 – L’ergonomia di questo monocolo termico è ottima

Uno dei pregi principali di questo strumento è proprio la scelta di inserire una manopola di messa a fuoco rapida, simile a quella degli strumenti ottici tradizionali. Questo consente di non dover agire con l’altra mano sulla ghiera dell’obiettivo, come avviene invece su molti prodotti concorrenti.

Per quanto riguarda l’impermeabilizzazione, lo scafo ottico è realizzato in lega di magnesio e protetto da una scocca gommata molto robusta, con una trama differenziata e una zona zigrinata nella parte inferiore, che contribuisce ulteriormente al già citato comfort eccezionale. Il visore è certificato con grado di protezione IP67, il che lo rende resistente a condizioni estreme, con temperature operative comprese tra -30°C e +55°C e valori di umidità fino al 90%.

FIG.2 – Ho usato il Condor CQ50L 2.0 spesso e volentieri anche di giorno e sotto la pioggia battente senza riscontrare problemi

La mia bilancia elettronica ha rilevato un peso, con l’impugnatura laterale (“hand grip”), batteria e copri-obiettivo, di 560 g, perfettamente in linea con i 537 g (batteria inclusa) dichiarati dal costruttore.

Nella parte inferiore è presente una filettatura da 1/4”, utile per il collegamento a un treppiede fotografico. Sempre nella parte inferiore si trova il vano batteria, che ospita la nuovissima batteria proprietaria. Ho particolarmente apprezzato il nuovo sistema di chiusura a tappo con attacco a baionetta, simile a quello dei telescopi da osservazione, garantisce un’eccellente impermeabilizzazione e, grazie alla leva zigrinata che consente l’apertura con rotazione, risulta molto affidabile e progettato per durare nel tempo.

Una nota di merito va senz’altro alla disposizione dei pulsanti frontali: come già accennato, sono presenti tre pulsanti di forma differente e dimensioni generose, facilmente riconoscibili anche al buio o con i guanti invernali o da tiro.

La manopola zigrinata per la messa a fuoco permette una regolazione rapida e precisa, simile a quella di uno spotting scope o di un binocolo di fascia alta. Ho stimato una distanza minima di messa a fuoco di soli 5 metri.

FIG.3 – Un bel primo piano sui pulsanti e sulla rotella per la messa a fuoco

Grazie alle sue prestazioni, è possibile utilizzare questo visore termico anche all’interno di edifici.

Sulla parte laterale destra è presente un piccolo coperchio, anch’esso impermeabilizzato, che protegge la porta USB-C.
Sul lato sinistro, invece, è stato posizionato il pulsante di accensione/spegnimento e standby. Anche questa è una scelta derivata da un’esperienza pratica sul campo: molti visori termici concorrenti mantengono ancora il classico pulsante di accensione accanto ai pulsanti dedicati alla gestione delle impostazioni, il che può causare confusione — soprattutto nei primi periodi di utilizzo, quando, al buio, non si ha ancora familiarità con la disposizione dei comandi.

HIKMICRO ha quindi dimostrato di conoscere bene le esigenze pratiche dei propri utenti.

Sulla scocca sono stati inoltre inseriti quattro asole che permettono di fissare l‘hand grip o la tracolla: una scelta che consente di personalizzare la configurazione del visore termico in base alle proprie preferenze osservative o alle modalità d’impiego.

OTTICA

Obiettivo

Per quanto riguarda il reparto ottico, il Condor CQ50L 2.0 è stato equipaggiato con un obiettivo da 50 mm di diametro, di ultima generazione, con un’apertura focale f/0,9.

Un obiettivo di questo tipo, combinato con sensori di ultima generazione (di cui parlerò a breve), consente di raggiungere una distanza massima di rilevamento di 2.600 metri.

Le immagini risultano nitide e ben contrastate, con la possibilità di regolare vari livelli di personalizzazione per adattare la resa visiva alle diverse condizioni ambientali.

L’obiettivo è inoltre protetto da un robusto tappo in gomma, agganciato alla scocca tramite un cordino resistente, progettato per durare nel tempo e difficilmente danneggiabile.

L’azienda non specifica la composizione delle lenti, ma è verosimile che sia stato utilizzato germanio.

Il germanio è un materiale fondamentale nella costruzione degli obiettivi dei visori termici, grazie alle sue eccellenti proprietà ottiche nell’infrarosso. A differenza del vetro tradizionale, il germanio è trasparente alle lunghezze d’onda termiche, permettendo una trasmissione efficiente delle radiazioni infrarosse emesse dagli oggetti caldi. Questo consente al sensore termico di ricevere immagini nitide e dettagliate anche in condizioni di scarsa visibilità o totale oscurità.

Oltre a garantire alta qualità e precisione nella raccolta dei segnali termici, il germanio è un materiale molto resistente agli agenti esterni, come l’umidità e la temperatura, rendendo l’obiettivo robusto e affidabile in condizioni ambientali difficili. Tuttavia, la sua lavorazione è complessa e costosa, motivo per cui è impiegato principalmente in dispositivi di fascia alta.

FIG.5 – Obiettivo al germanio aperto a F/0.9

OCULARE E DISPLAY

L’oculare risulta molto comodo, grazie a un paraluce estremamente morbido, migliorato lateralmente con la classica forma a “fetta di salame” (come viene definita in gergo). Questa soluzione protegge efficacemente da vento, luce parassita e sabbia.

L’oculare integra una lente di campo dal diametro di quasi 20 mm, ideale per garantire un elevato comfort visivo, facilitare la pulizia delle superfici ottiche ed evitare appannamenti improvvisi.

Sebbene i visori termici, grazie al calore emesso e all’uso prolungato, siano meno soggetti a condensa rispetto ad altri strumenti, la protezione contro l’appannamento rimane un aspetto importante.

La regolazione delle diottrie, da -5 a +3, è affidata a una ghiera zigrinata dalle dimensioni generose (40 mm x 16 mm), facilmente utilizzabile anche con guanti invernali.
È necessaria una leggera pressione per ruotarla, caratteristica che evita spostamenti accidentali durante l’uso pratico.

Molto efficace anche il display interno, un OLED di ultima generazione con una risoluzione di 1920 x 1080 pixel e un diametro di 0,49 pollici.
Il display può essere regolato in contrasto e luminosità e offre la possibilità di scegliere tra diverse palette cromatiche.

La pupilla di uscita è dichiarata in 8 mm, mentre l’estrazione pupillare è pari a 15 mm. È inoltre possibile regolare la temperatura del colore (toni caldi o freddi) secondo le preferenze personali.

Il visore beneficia anche della presenza del sistema Image Pro 2, dello Zoom Pro e dell’algoritmo HSIS, di cui parlerò in un paragrafo dedicato.

Il range di ingrandimento copre un ampio spettro: da 2,7x fino a un massimo di 21,6x, per un fattore di zoom digitale pari a 8x.

FIG.6 – l’oculare è comodo e il display OLED ben personalizzabile

SENSORE

Il Condor CQ50L 2.0 è dotato di un sensore VOx non raffreddato di ultima generazione, capace di offrire una risoluzione di 640 x 512 pixel, un frame rate di 50 Hz e un pixel pitch di 12 micrometri.

Anche il valore NETD (Noise Equivalent Temperature Difference) è molto interessante: è inferiore a 15 mK, considerando una temperatura di esercizio di riferimento di 25 °C. Ciò garantisce un’elevata sensibilità termica e consente di percepire anche le più piccole variazioni di calore.

Il campo visivo è decisamente grandangolare per uno strumento di questa fascia e tipologia: pari a 15,2 x 12,2 metri a 100 metri, ovvero circa 7° x 5,6° in termini angolari.

TELEMETRO LASER

Il telemetro laser integrato nel Condor consente di misurare distanze fino a 1000 metri, con un’accuratezza di ±1 metro.

Rispetto ai telemetri presenti in modelli precedenti, HIKMICRO ha introdotto anche la possibilità di calcolare la distanza orizzontale oltre a quella lineare, permettendo così stime molto più precise e affidabili in condizioni reali di osservazione.

Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche, si tratta di un telemetro di Classe 1, con una lunghezza d’onda laser di 905 nm e una distanza minima di misurazione pari a 10 metri.

Il posizionamento molto vicino all’asse ottico dell’obiettivo garantisce stime rapide e  accurate, anche a brevi e medie distanze, riducendo notevolmente eventuali errori di parallasse.

FIG.7 – Il modulo LRF è subito sotto l’obiettivo da 50 mm

SOFTWARE DI GESTIONE

Il software di gestione si attiva molto rapidamente e, presumibilmente, la scelta di un sensore più veloce e componenti più performanti rispetto ai primi visori termici Hikmicro consente una migliore operatività e una maggiore rapidità nella navigazione e nell’abilitazione delle varie impostazioni.

Di seguito vi propongo le principali funzioni personalizzabili attraverso il menù. In un paragrafo successivo approfondirò alcune caratteristiche salienti, anche se invito gli appassionati a scaricare il manuale in lingua italiana, disponibile al seguente link.

Al primo avvio, il software propone decine di lingue, tra cui inglese, tedesco, francese, russo, cinese, spagnolo, portoghese e molte altre.

Dopo aver impostato l’italiano, il display mostra immediatamente, sul lato destro, l’orario, lo stato di carica della batteria e l’ingrandimento ottico nativo. Nella parte inferiore compare il logo Hikmicro.

Premendo il pulsante centrale, corrispondente alle impostazioni, si accede a un menù intuitivo e semplice, che consente di regolare:

  • Luminosità (valori da 1 a 10)

  • Contrasto

  • Nitidezza

  • Tonalità (fredda o calda)

  • Attivazione/disattivazione del sistema Zoom Pro

Successivamente, tramite un’icona dedicata, si accede a ulteriori impostazioni avanzate, come:

  • Gestione dell’album fotografico

  • Attivazione della rete

  • Modalità Picture-in-Picture

  • Impostazioni del telemetro laser (stima continua fino a 60 secondi o stima singola)

  • Visualizzazione della distanza orizzontale fornita dal sistema telemetrico

  • Attivazione della traccia di calore

  • Visualizzazione di ora, data e logo del marchio sul display

  • Gestione dell’unità flash USB

  • Correzione digitale del display

  • Protezione dalle bruciature

  • Modifica della lingua

  • Scelta dello stile dello schermo (tondo o quadrato)

  • Regolazione di ora e data

  • Selezione tra unità di misura metri o yard

  • Gestione dello spegnimento automatico (off, 15, 30 o 45 minuti)

  • Ripristino delle impostazioni basilari o di fabbrica

  • Registro diagnostico

  • Visualizzazione della versione software in uso

Personalmente ho utilizzato la versione 5.5.118 build 24/12/20.

All’interno della finestra dedicata al firmware è anche possibile verificare lo spazio disponibile nella memoria interna.

APP HIKMICRO X-SIGHT

Un altro punto di forza di Hikmicro è l’ottima gestione del software dedicato, in particolare dell’applicazione X-Sight.

Dopo una rapida installazione, questa app consente di gestire video e fotografie, condividerli e modificare rapidamente le impostazioni principali del visore termico.

Il collegamento all’app avviene tramite sistema hotspot. Per utilizzarla, è necessario scaricare l’applicazione Hikmicro X-Sight dallo store Apple per dispositivi iOS o da Google Play per tablet e smartphone Android. In alternativa, è possibile accedere rapidamente scansionando il codice QR presente nel manuale.

Una volta installata l’app, si dovrà navigare nel menù del Condor, raggiungere le impostazioni avanzate e verificare l’attivazione della rete. A questo punto, con i tasti freccia, sarà sufficiente selezionare lo hotspot da 2,4 GHz oppure quello da 5 GHz.

La funzione hotspot mostrerà la password di accesso. Per connettersi in WLAN allo smartphone, bisognerà inserire il nome dell’hotspot, che corrisponde a Hikmicro_numero di serie, e la password visibile nel menù stesso.

Dopo questa rapida procedura di attivazione, sarà possibile gestire a distanza il dispositivo con discreta comodità. Personalmente ho lasciato il visore montato su un treppiede, operando tranquillamente all’interno della mia auto.

BATTERIA


I primi modelli di visori termici Hikmicro che ho avuto il piacere di testare in passato non garantivano autonomie molto soddisfacenti, soprattutto durante l’inverno. Anzi, questa era forse una delle principali critiche mosse dai primi appassionati possessori.

Negli ultimi anni la situazione è decisamente migliorata, e posso confermare che, grazie alla presenza della nuovissima batteria modello 21700, che ha sostituito la classica 18650, la durata dichiarata per il Condor a una temperatura di 25° è di circa 6,5 ore o poco meno.

Ricordo che nella confezione è fornita anche una seconda batteria di ricambio. Personalmente, con il Wi-Fi acceso, sono riuscito a utilizzarlo intensamente per oltre cinque ore durante il mese di maggio. Posso quindi confermare che, con un uso più parsimonioso, è possibile superare tranquillamente le 10 ore di osservazione, un risultato più che soddisfacente anche per un weekend di utilizzo intenso.

Inoltre, è possibile alimentare il visore tramite un power bank esterno, purché abbia una tensione standard di 5 V e una corrente di almeno 2 A.

FIG.8 – Un particolare sul vano impermeabilizzato che ospita la nuova batteria

FUNZIONAMENTO RAPIDO DEI PULSANTI

Il pulsante su, in modalità senza menu, con un semplice clic attiva la telemetria laser, mentre con una doppia pressione la disattiva. Con una pressione prolungata, invece, avvia o interrompe la registrazione video. All’interno della modalità menu, invece, funge da tasto “freccia su”.

Il pulsante centrale, in modalità senza menu, consente di cambiare le tavolozze con una semplice pressione, mentre con una pressione prolungata fa accedere al menu. All’interno del menu, una pressione breve conferma la selezione dei parametri, mentre una pressione prolungata salva le modifiche ed esce dal menu.

Il pulsante giù, in modalità senza menu, con una pressione rapida aumenta lo zoom digitale, mentre con una pressione prolungata corregge la calibrazione. In modalità menu, ovviamente, funziona come tasto “freccia giù”.

Il pulsante di alimentazione con una pressione breve attiva il dispositivo o lo mette in standby, mentre con una pressione prolungata lo accende o lo spegne.

Infine, è disponibile una combinazione di pulsanti: premendo contemporaneamente il pulsante su e il pulsante centrale con una pressione breve, si acquisisce una fotografia.

IMPOSTAZIONI PRINCIPALI

Le funzioni principali di questo visore termico sono davvero numerose, quindi vi consiglio di leggere con calma e attenzione il manuale di 40 pagine per imparare a gestire al meglio tutte le personalizzazioni disponibili.

Posso però anticiparvi alcune delle funzioni che ritengo più importanti. Come sempre, è possibile regolare luminosità, contrasto, tonalità e nitidezza. La scelta della modalità di visualizzazione è molto personale, poiché gli ultimi aggiornamenti dei visori termici Hikmicro permettono di adattare l’immagine allo scenario per migliorarne la visibilità.

  • Modalità osservazione: consigliata per l’uso generico e normale.

  • Modalità rilevamento: indicata per attività specifiche come la caccia, suggerita da Hikmicro.

Le palette colori disponibili sono varie e personalizzabili. Ecco una breve descrizione delle principali:

  • Bianco caldo e nero caldo mostrano la parte più calda in bianco chiaro, mentre le zone fredde sono in nero intenso e viceversa.

  • Rosso Caldo: visualizza il soggetto in rosso, più intensa è la temperatura più il rosso sarà acceso.

  • Modalità fusione: variazioni cromatiche tra bianco, giallo, rosso, rosa e viola in proporzione alle differenze di temperatura nella scena.

  • Rosso monocromatico: l’immagine viene mostrata con sfumature di rosso, più chiaro è il colore più alta è la temperatura. Questa palette aiuta a ridurre l’affaticamento visivo e permette un miglior adattamento al buio, evitando un forte restringimento della pupilla.

  • Monocromatico verde: rappresenta la scena con diverse gradazioni di verde, più chiaro è il colore più alta è la temperatura. Questa palette offre maggior contrasto perché il nostro occhio è particolarmente sensibile al verde. A livello scientifico, filtri verdi sono usati in astronomia per aumentare la percezione di dettagli nel sole con luce bianca, sfruttando il sistema occhio-cervello per migliorare il contrasto visivo.

ZOOM DIGITALE E  ALTRE FUNZIONI AVANZATE

Lo zoom digitale consente di variare il fattore di ingrandimento tra 1x, 2x, 4x e 8x. Personalmente, ho trovato particolarmente comodo l’uso dello zoom 4x, gestibile con estrema facilità anche a mano libera. Tuttavia, per raggiungere o superare ingrandimenti superiori a 20x, consiglio vivamente l’utilizzo di un treppiede fotografico, per garantire stabilità e precisione nell’osservazione.

Molto utile è anche la modalità Picture in Picture (PiP), che permette di visualizzare un’immagine ingrandita di una parte della scena all’interno di un riquadro zoomato sul display principale. Quando si utilizza lo zoom digitale insieme alla funzione PiP, l’ingrandimento avviene all’interno della finestra più piccola, lasciando la visione generale sullo sfondo.

La funzione Zoom Pro migliora i dettagli delle immagini ingrandite, riducendo l’effetto di pixelizzazione e garantendo immagini più nitide e definite.

VISIONE SENZA OTTURATORE – HSIS

Una funzione molto interessante, presente in alcuni visori termici Hikmicro di ultima generazione, è la visione senza otturatore, chiamata HSIS (High Shutterless Image System). Grazie a questo sistema non sarà più necessario attendere i brevi intervalli di calibrazione (i classici “click” dell’otturatore), che interrompono momentaneamente l’osservazione. L’esperienza visiva diventa così fluida e continua, senza interruzioni.

ALGORITMO IMAGE PRO 2.0 E HOT TRACKING

Un’altra importante miglioria è rappresentata dal nuovo algoritmo Image Pro 2.0, che in combinazione con lo Zoom Pro ottimizza la distribuzione dei colori e consente una regolazione rapida di nitidezza e contrasto, migliorando la qualità complessiva delle immagini.

Non manca il noto sistema Hot Tracking, che individua e traccia automaticamente il punto più caldo nella scena tramite un piccolo cursore verde, facilitando così il riconoscimento immediato di soggetti o elementi a temperatura elevata.

TELEMETRO E MODALITÀ DI MISURAZIONE

Il visore termico integra un modulo telemetro (LRF) in grado di misurare la distanza tra il punto di osservazione e il target selezionato. È possibile scegliere tra una scansione singola, per una misurazione puntuale, oppure una scansione continua, per monitorare costantemente la distanza.

Queste opzioni si impostano nel menù avanzato del dispositivo. Inoltre, si può attivare la visualizzazione della distanza orizzontale, per valutazioni più precise su terreni inclinati.

I risultati delle misurazioni vengono mostrati direttamente sul display, vicino al cursore di tracciamento:

  • La sigla LRS indica la distanza lineare diretta,

  • mentre la scritta THD visualizza la distanza orizzontale.

 

IMPRESSIONI PRATICHE SUL CAMPO

Nella premessa di questa recensione, ho già lodato l’ottima ergonomia del Condor LRF 2.0. Ho avuto modo di utilizzare sul campo sia il Condor sia il Falcon, e personalmente apprezzo molto di piu’ l’ergonomia del Condor. Nonostante non abbia dita particolarmente lunghe, riesco a impugnarlo con estrema facilità, riuscendo al contempo a ruotare la ghiera di messa a fuoco e a operare sui pulsanti senza difficoltà.

Dal punto di vista costruttivo, il Condor trasmette una buona sensazione di solidità e robustezza, coerente con le sue caratteristiche tecniche. Ho avuto anche modo di utilizzarlo sotto la pioggia per riprendere video e non ho mai riscontrato infiltrazioni d’umidità nel display o nell’elettronica. Sicuramente uno strumento affidabile che potrà accompagnarvi nelle vostre attività di osservazione notturna per molti anni.

Ovviamente, le ore di utilizzo che ho accumulato per questa videorecensione (circa una ventina) non possono rappresentare un utilizzo costante come quello di un proprietario abituale, ma permettono comunque di trarre alcune considerazioni importanti.

FIG.9 – Ormai la qualità dei visori termici è cosi elevata che li uso spesso e volentieri anche di giorno per cercare l’avifauna tra i canneti e i lamineti

Il mix tra display di alta qualità, sensore eccellente e obiettivo da 50 mm f/9 permette di discernere dettagli che solo qualche anno fa erano appannaggio di strumenti molto più costosi, spesso superiori ai 5.000 euro.

Con un investimento di circa 3.000 euro, è possibile osservare il palco dei cervi a distanze superiori agli 800 metri e distinguere con precisione differenze morfologiche, ad esempio, tra un capriolo e una femmina di cervo sdraiati su un prato anche oltre i 250 metri.

La vasta gamma di regolazioni del display e le numerose personalizzazioni del visore termico consentono di adattare lo strumento non solo alle proprie esigenze, ma anche alle condizioni meteo e allo scenario da monitorare.

Il sistema Zoom Pro e il nuovo algoritmo Image Pro 2.0 migliorano significativamente la resa delle immagini ingrandite, riducendo l’effetto pixel e mantenendo un buon livello di dettaglio, cosa che fino a pochi anni fa era impensabile su visori di questa fascia.

FIG.10 – Il grado IP67 concede sempre di uscire in sicurezza anche durante le giornate umide e piovose

Anche il sistema di telemetria integrato nel Condor si è dimostrato molto preciso, quasi al livello del Falcon, che presenta un telemetro integrato nell’obiettivo e risulta leggermente più performante nelle misurazioni a medio-breve distanza.

Le modalità di misurazione (scansione singola e continua) sono facilmente personalizzabili, e la possibilità di visualizzare la distanza orizzontale oltre a quella lineare si è rivelata molto utile sul campo.

L’ergonomia dei pulsanti è ben studiata: la differenziazione delle forme e la presenza della manopola di messa a fuoco sono aspetti che ho apprezzato particolarmente. Questo permette di gestire il visore con una sola mano, mentre con altri prodotti spesso è necessario utilizzare entrambe le mani  per regolare la messa a fuoco.

Hikmicro ha quindi avvicinato la strumentazione termica all’usabilità dei classici cannocchiali o binocoli ottici, rendendo l’esperienza più immediata e intuitiva.

Ho utilizzato il Condor non solo per l’osservazione crepuscolare di caprioli, volpi, tassi e cervi, ma anche durante il giorno, apprezzandolo ad esempio per il monitoraggio di specie aviarie più discrete come i tarabusi, e per la verifica serale della presenza di rapaci notturni nei boschi della mia valle.

In ogni situazione, il Condor si è dimostrato uno strumento versatile, performante, facile da usare e con una qualità ottica e una capacità di discernimento termico di alto livello, paragonabili anche a dispositivi di fascia superiore.

FIG.11 – La foto non rende onore alla pessima giornata: pioggia battente, foschia, ma come vedrete nel video su YouTube ho ottenute delle riprese interessanti dell’avifauna

PREGI E DIFETTI

Tra i visori termici più ergonomici mai utilizzati, il Condor si distingue per diverse caratteristiche di rilievo: sensore termico di ultima generazione, obiettivo di grande diametro con rapporto focale molto luminoso, manopola di messa a fuoco simile a quella dei binocoli classici, rapidità nell’attivazione, facilità di gestione del menu e dell’applicazione dedicata. Le palette colore sono varie e funzionali, mentre il sistema HSIS, insieme alle modalità Zoom Pro e Image Pro 2.0, garantiscono una qualità d’immagine ottimale. Notevole è anche la precisione del telemetro integrato, personalizzabile a seconda delle esigenze. La possibilità di scattare foto e registrare video con audio arricchisce ulteriormente l’esperienza d’uso. Da segnalare inoltre la buona autonomia della nuova batteria e un prezzo di acquisto competitivo.

Dal punto di vista personale, non ho riscontrato difetti rilevanti degni di nota in questo visore termico.

FIG.12 – Il nuovo Condor è senz’altro un acerrimo rivale di molti prodotti dal brand ultra-blasonato

IN SINTESI

Ritengo che il monocolo termico con telemetro Hikmicro Condor FQ50L rappresenti uno strumento ottimale per chi cerca un dispositivo di alta qualità, con una ottima distanza di rilevamento e un eccellente algoritmo di elaborazione immagini. La possibilità di girare video, scattare fotografie e stimare distanze prossime ai 1.000 metri ne fanno un prodotto completo e versatile.

Il prezzo di acquisto, secondo il mio parere, è molto competitivo: con qualche centinaio di euro in meno rispetto ai top di gamma più blasonati, è possibile portarsi a casa un visore termico che può facilmente competere e, in alcuni casi, superare modelli dal prezzo superiore.

PREZZI

Il prezzo suggerito dal distributore ufficiale Origine STB per il mese di maggio è di circa 3.028 euro. Come sempre, consiglio di contattare il distributore ufficiale o il proprio negoziante di fiducia per verificare eventuali promozioni, variazioni di prezzo o offerte speciali.

FIG.13 – Il monocolo termico fissato su una testa video Manfrotto HDV 701

RINGRAZIAMENTI

Ringrazio Mauro Spozio di Origin STB, per aver fornito l’esemplare oggetto di questo test e per avermi permesso di esprimere le mie impressioni in modo completamente imparziale e senza alcuna interferenza.

DISCLAIMER

“Termicienotturni.it” è un progetto editoriale di Piergiovanni Salimbeni – Giornalista Indipendente. I prodotti testati non sono in vendita, vengono restituiti dopo la visione e non percepisco alcuna percentuale sulla eventuale vendita del modello recensito. Il distributore italiano di questo prodotto, Origin STB, ha fornito il visore in visione, lasciandomi la completa libertà di riportare le mie impressioni in maniera imparziale, come è dovere di ogni giornalista.

Mi chiamo Piergiovanni Salimbeni, sono un giornalista indipendente iscritto all’Ordine Professionale dei Giornalisti della Lombardia. Sono nato il 17 Febbraio del 1975 e nel 1997 ho iniziato le mie prime collaborazioni editoriali con alcuni mensili nazionali. Mi sono laureato presso l’Università Statale di Milano con una tesi riguardante i danni da inquinamento elettromagnetico e le antenne di Radio Vaticana. Da quasi venti anni mi occupo di test strumentali, ho iniziato con i telescopi astronomici, per poi specializzarmi nelle ottiche naturalistiche. Nel 2012 ho inaugurato le prime recensioni riguardanti i prodotti per la visione notturna. Mi sono specializzato nell’utilizzo dei visori notturni optoelettronici per poi passare ad analizzare i primi visori digitali notturni e i prodotti per la visione termica. Dopo aver curato lo speciale Visione Notturna per la rivista CacciaMagazine e aver creato il gruppo Facebook “Visori termici, visori notturni e fototrappolaggio” ho deciso di lavorare a questo nuovo progetto editoriale per separare questo genere di recensioni dal mio sito www.binomania.it  dedicato ai binocoli, agli spotting scope e ai telescopi astronomici.