PREMESSA
Ho accolto con molto piacere la proposta di Andrea Ambrosio della nota armeria Paganini di testare sul campo un monocolo termico della gamma Pixfra. Si tratta nello specifico della serie ARC LRF, disponibile in vari modelli che illustrerò tra breve. Il modello oggetto di questo test è l’ARC LRF A435P, che beneficia di un sensore di ultima generazione da 384 x 288 pixel con pixel da 12 micrometri e un obiettivo da 35 mm aperto F/1. Questo monocolo termico è dotato di telemetro integrato. All’interno dell’articolo troverete, come sempre, le sue caratteristiche tecniche, i pregi, i difetti e le mie impressioni pratiche sul campo. Nella videorecensione ci sarà modo di esaminare anche alcune clip ottenute durante l’osservazione della fauna. Il prezzo attuale suggerito da Paganini è di Euro 1.669 iva con tre anni di garanzia.
STORIA
Pixfra è un’azienda cinese fondata a Hangzhou nel 2015, specializzata nello sviluppo di tecnologie di imaging termico. Sin dall’inizio, la sua missione è stata quella di rendere accessibili a un pubblico più ampio dispositivi di visione termica di alta qualità, puntando su un equilibrio tra prestazioni avanzate e prezzo competitivo. Negli anni, l’azienda ha investito nella ricerca e nello sviluppo di processori proprietari per l’elaborazione delle immagini, migliorando costantemente risoluzione, sensibilità e funzioni intelligenti integrate nei propri dispositivi. Con linee di prodotto dedicate all’outdoor, alla sicurezza, all’industria e al settore energetico, Pixfra si è progressivamente affermata come un marchio in rapida crescita, oggi presente in oltre trenta Paesi e riconosciuto per l’affidabilità e la versatilità delle sue soluzioni termiche.
PAGANINI
Fondata a Torino nel 1867 da Giuseppe Paganini, l’azienda Paganini srl si è affermata come una delle armerie storiche italiane, specializzata in armi da caccia e tiro, ottica e accessori. Inizialmente situata in via Barbaroux, il negozio era piccolo e modulato su pochi vani al piano terra, ma con il tempo si è espanso sia fisicamente sia nella gamma dei prodotti offerti.
Con il nipote Carlo Cantoni come successore, l’azienda ha acquisito i locali adiacenti e ampliato l’attività, concentrandosi sempre più sull’importazione di marchi esteri prestigiosi piuttosto che sulla distribuzione di produttori italiani. Remington, Diana, Leupold, Lee, Lyman e Forster sono alcuni dei marchi di riferimento. Negli ultimi decenni, Paganini ha rafforzato la sua presenza a livello nazionale grazie a una rete di agenti, a un e-commerce e a una costante ricerca di novità, offrendo ai propri clienti una combinazione di qualità, competenza tecnica e servizi affidabili. Una realtà che coniuga tradizione e modernità, restando ancora oggi un punto di riferimento nel mercato armi e ottiche in Italia.
MODELLI DISPONIBILI
La serie ARC LRF, come anticipato, è disponibile in sei modelli, che differiscono tra loro per sensore, grandezza dell’obiettivo e capacità di rilevamento dei soggetti a lunga distanza. Si parte dai più economici A4 19P con obiettivo da 19 mm aperto F1, passando al A425P con obiettivo da 25 mm, fino alla 435P oggetto di questo test con obiettivo da 35 mm. La serie continua con modelli dotati di sensore da 640 x 512 pixel: 625P con obiettivo da 25 mm, 635P con obiettivo da 35 mm e 650P con obiettivo da 50 mm.
DOTAZIONE DI SERIE
All’interno del breve short che pubblico qui di seguito, mostro agli appassionati la dotazione che mi è sembrata decisamente completa. Il visore termico è arrivato all’interno di un ottimo packaging di colore bianco e nero, con una bella sigla verde brillante che richiama alcune componentistiche del monocolo termico.
All’interno della scatola troviamo una borsa in cordura rigida che, oltre al monocolo termico, custodisce anche una cinghia per il trasporto. Nel vano laterale è presente un caricabatterie doppio, dotato di display che mostra lo stato della carica e il suo avanzamento.
In aggiunta, sono inclusi alcuni manuali in italiano, comprensibili e chiari, la garanzia, una guida rapida di utilizzo, un’altra borsa in similpelle morbida e una tracolla classica in neoprene con il logo dell’azienda, simile a quella che si utilizza per i binocoli. Non manca, infine, l’immancabile panno per la pulizia delle ottiche, utile per mantenere le lenti sempre in perfette condizioni.
MECCANICA E SISTEMA DI MESSA A FUOCO
Il monocolo Pixfra ARC LRF A435P: è dotato di uno scafo ottico in lega di magnesio, che conferisce robustezza e leggerezza, ed è ottimizzato nella parte inferiore con una zona gommata zigrinata, che definirei “a buccia d’arancia”, pensata per facilitare il grip. La sua conformazione è perfetta per consentire un utilizzo agevole sia ai destrorsi che ai mancini: di fatto, in dotazione è possibile spostare il comodo hand grip sia sul vano destro sia su quello sinistro, grazie alle apposite asole presenti nella parte laterale dello scafo.
La mia bilancia elettronica ha stimato un peso di soli 420 grammi, comprensivi di batteria, hand grip e tappo frontale: un monocolo davvero leggero che, grazie anche alle sue dimensioni compatte – circa 15,5 cm di lunghezza per 70 mm di larghezza, considerando il paraluce – può essere trasportato senza problemi anche all’interno di un classico tascone da giacca da outdoor o da caccia. A livello di robustezza e impermeabilizzazione, Pixfra specifica che il monocolo può operare in un intervallo di temperatura compreso tra -30°C e +55°C e a fattori di umidità fino al 95%, vantando un grado di protezione IP67.

Nella parte inferiore è presente una filettatura per il collegamento a piastre di treppiedi fotografici, mentre sulla parte laterale un coperchio in silicone impermeabilizzato protegge la porta Type-C. Nei pressi del vano batteria si nota un indicatore di carica, mentre il coperchio impermeabilizzato con O-Ring interno che custodisce la batteria è dotato di un sistema di bloccaggio a rotazione, facilitato dalla presenza di due icone che mostrano la corretta direzione di apertura.

La parte superiore dello chassis integra quattro pulsanti con forme e icone a rilievo differenti, pensati per facilitare l’uso notturno e l’utilizzo con i guanti: sono infatti grandi abbastanza per essere gestiti in tutta tranquillità e sicurezza anche con guanti invernali. Tra questi pulsanti, oltre a quelli che regolano le impostazioni (che approfondirò nel paragrafo specifico), è presente il pulsante di accensione e spegnimento/standby. Accanto a questo, un rilievo in policarbonato rammenta all’utente, anche al buio, di non toccare il pulsante per ovvi motivi.
L’obiettivo è protetto da un tappo in gomma morbida, agganciato tramite un cordoncino a una delle due asole presenti nella parte anteriore del monocolo. La ghiera di rotazione per la messa a fuoco è integrata nella campana dell’obiettivo (circa 46×13 mm), gommata per proteggerla da eventuali urti e zigrinata per garantire maggiore grip anche sotto la pioggia o con mani sudate. La stessa concezione meccanica si ritrova nella correzione diottrica del display, tramite un’ampia ghiera di 38×15 mm, che permette una correzione rapida e precisa. Ritengo questa soluzione migliore rispetto alle tradizionali leve laterali spesso presenti su prodotti simili.

Come sono solito fare, ho verificato la distanza minima di messa a fuoco, per capire se questo monocolo possa essere adatto anche a un utilizzo indoor, ad esempio per applicazioni industriali, oltre che per impieghi naturalistici, venatori e ludici. La distanza minima rilevata è di circa un metro. La corsa per raggiungere l’infinito richiede solo mezzo giro della ghiera in senso antiorario. Considerando che l’ingrandimento minimo è poco inferiore ai 4x, reputo questo strumento molto interessante anche per indagini industriali, ad esempio per rilevare tracce di umidità, rotture di tubi, perdite in sistemi di riscaldamento e altri dettagli simili.
OTTICA
Per il modello Pixfra ARC LRF A435P: Pixfra ha utilizzato un obiettivo da 35 mm di diametro con apertura focale pari a F1, un obiettivo compatto ma luminoso, probabilmente di produzione tedesca, ottimizzato con un rivestimento multistrato di alta qualità. In combinazione con il sensore, questo obiettivo restituisce immagini che, a mio avviso, sono comparabili a quelle della concorrenza più agguerrita.

OCULARI E DISPLAY
L’oculare è dotato di una lente di campo da 20 mm, che facilita la pulizia e riduce i problemi di appannamento. Pur trattandosi di un visore termico, il calore generato durante l’utilizzo aiuta a prevenire l’appannamento più efficacemente rispetto a un binocolo o telescopio tradizionale.
La regolazione delle diottrie varia tra -3 e +5, l’estrazione pupillare è di 15 mm mentre la pupilla di uscita misura 8 mm. L’ingrandimento ottico è variabile, con un fattore di amplificazione 1×, 2×, 3× e 4×, che corrisponde a ingrandimenti effettivi di 3,9×, 7,8×, 15,6× e 31,2×. L’uso a mano libera è confortevole fino a 7,8×; per ingrandimenti superiori consiglio di appoggiare i gomiti su un supporto o, per stime laser precise e osservazioni dettagliate della morfologia di una specie, utilizzare un treppiede fotografico. Un monopiede può rappresentare una soluzione intermedia.
Il display visibile dall’oculare è un OLED di ultima generazione, con risoluzione di 1440×1080 pixel, ideale per sfruttare al massimo il diametro e la risoluzione del sensore, mantenendo al contempo un monocolo compatto. Sono presenti sei palette colore: White Hot, Black Hot, Iron Red, Allarm, Emerald e Amber. Come sempre, è possibile regolare la luminosità del display; per osservazioni prolungate è preferibile utilizzare tonalità tendenti al rosso, in quanto affaticano meno la pupilla. Questo è un dettaglio importante se si utilizza lo stesso occhio guida in combinazione con un cannocchiale da tiro classico, specialmente al crepuscolo, quando è richiesta una buona dilatazione pupillare.

SENSORE
Il sensore non raffreddato utilizzato è realizzato in ossido di vanadio (VOx), un materiale divenuto standard nei microbolometri di nuova generazione grazie alla sua elevata sensibilità alle variazioni di temperatura. La matrice ha una risoluzione di 384×288 pixel con pixel pitch di 12 μm, operante nella banda spettrale compresa tra 8 e 14 μm, quella tipica dell’emissione infrarossa degli oggetti in condizioni naturali. L’ossido di vanadio consente di ottenere un’ottima stabilità operativa, precisione e basso rumore di fondo, senza la necessità di raffreddamento criogenico, riducendo così peso, ingombro e consumo energetico del dispositivo. Il valore NETD, inferiore o uguale a 20 mK a 25°C, conferma la capacità del sensore di distinguere minime differenze di temperatura, con un livello di dettaglio che garantisce osservazioni affidabili anche in condizioni ambientali complesse.
Il campo di vista è di 12,4° × 10°, che corrispondono a circa 21,9 m × 17,6 m a 100 metri, un buon risultato per ottenere una visione d’insieme grandangolare. La distanza di rilevamento è di 1.800 metri, la distanza di riconoscimento di 1.100 metri, mentre la distanza di identificazione è di 700 metri. A 1.800 metri il soggetto caldo sarà visibile con due o tre pixel; a 1.100 metri sarà possibile riconoscere se si tratta di un cervo o di un altro animale, mentre a 700 metri si potrà identificare la specie con precisione, ad esempio distinguendo la morfologia di un cervo da quella di un daino.
Il display beneficia di un framerate di 50 Hz, una frequenza nella media, sufficiente per una visualizzazione fluida. L’ingrandimento nativo, come già espresso, è di 3,86×.
LASER
Il Pixfra ARC LRF A435P: integra, nella parte inferiore dell’obiettivo, un modulo laser con portata massima di 1.000 metri e rilevamento minimo di 10 metri. L’accuratezza di stima è di ±1 metro. Il laser è di classe 1 e opera a una lunghezza d’onda di 905 nm, risultando quindi invisibile alla maggior parte delle specie animali.
Nel paragrafo dedicato alle impressioni pratiche sul campo illustrerò le mie valutazioni riguardanti velocità e precisione del telemetro, calcolando la possibilità di utilizzo sia in modalità singola sia in scansione continua.
SOFTWARE DI GESTIONE
Il software di gestione del Pixfra ARC LRF A435P: è molto facile da utilizzare. Ho apprezzato particolarmente la modalità di attivazione iniziale, che richiede subito di inserire una password e impostare anno, mese, giorno e orario. Successivamente viene proposto di scaricare l’applicazione Pixfra per attivare il primo collegamento.
Il menù è semplice e intuitivo: si accede premendo a lungo il pulsante dedicato. Nella schermata principale è possibile regolare luminosità dello schermo, luminosità dell’immagine, contrasto, nitidezza e applicare un filtro di riduzione del rumore. È inoltre possibile attivare o disattivare il Wi-Fi e il punto caldo nella scena, ossia il quadrato che evidenzia la porzione più calda del campo inquadrato.
Sono presenti due modalità di utilizzo: Foresta e Standard, oltre alla possibilità di regolare il laser in modalità singola, continua, oppure con intervalli di 15, 30 o 60 secondi. È anche possibile scegliere la lingua del sistema.
Un altro sotto-menù consente di gestire le funzioni principali: avviso di riscaldamento del sensore, visualizzazione del logo sul display, barra di stato, modalità di calibrazione (auto, manuale e semi-auto), sistema DPC (auto, manuale e ripristino) e attivazione/disattivazione del microfono durante la registrazione.
Le impostazioni di sistema comprendono standby attivo o disattivo, modalità sempre attiva, spegnimento automatico a 5, 10, 30 o 60 minuti, modalità USB per il trasferimento di foto e video, visualizzazione della data e regolazione dell’orario.
Tutte le scritte sono rappresentate in bianco brillante, mentre i menù e sottomenu si evidenziano in verde brillante, rendendo l’interfaccia comprensibile e facile da usare anche per chi ha poca esperienza con i visori termici.

APPLICAZIONE PER SMARTPHONE
L’applicazione Pixfra dimostra la stessa facilità d’uso riscontrata nella gestione del menù del monocolo. Richiede pochissima memoria sullo smartphone e si installa rapidamente.
Per accedere, è possibile scansionare il codice QR presente sul tagliandino incluso nella confezione. Successivamente, occorre attivare il Wi-Fi della termocamera dal menù principale, attivare il Wi-Fi del telefono, selezionare la rete corrispondente al numero di modello e numero di serie del monocolo e inserire la password predefinita 12345678, che può essere successivamente personalizzata.
A questo punto sarà possibile gestire gran parte delle funzioni del monocolo direttamente dall’app: zoom, cambio palette, filtri, impostazioni, salvataggio immagini e registrazione video, il tutto in maniera semplice e immediata.
MEMORIA
Il monocolo termico Pixfra ARC LRF A435P: beneficia di un modulo di memoria interna da 32 GB, che, grazie alla compressione ottimale dei video in formato H.264, consente di salvare decine di video e centinaia di immagini, garantendo autonomia sufficiente per un intenso weekend di utilizzo.
È possibile scaricare le immagini sia tramite l’applicazione Pixfra, sia attraverso la porta USB Type-C, collegando direttamente il monocolo a un personal computer e tenendo attiva la modalità USB nelle impostazioni del Pixfra ARC LRF.
BATTERIA
Per garantire un buon compromesso tra compattezza, leggerezza e durata, l’azienda ha scelto una batteria ricaricabile PFI 3265 18650 da 3.200 mAh, facilmente reperibile sul mercato. L’autonomia dichiarata è di circa 7,5 ore in condizioni standard (25°C, Wi-Fi disattivato e telemetro non utilizzato).
Durante le prove serali e notturne, con temperature inferiori ai 10°C e punte di 7°C, ho riscontrato una durata media di circa 6 ore, considerando un utilizzo intenso del Wi-Fi per testare l’applicazione. Portare una batteria di scorta risulta quindi consigliabile. In generale, l’autonomia del dispositivo varia tra circa 10 ore in utilizzo intenso invernale e oltre 14 ore in utilizzo estivo.

FUNZIONAMENTO RAPIDO DEL VISORE TERMICO
La forma e l’ergonomia dei pulsanti, già descritte, consentono un utilizzo semplice anche con mani sudate o guanti invernali.
-
Il pulsante di alimentazione permette di accendere e spegnere il monocolo con una pressione prolungata e di attivare/disattivare rapidamente la modalità stand-by.
-
Il tasto laser consente di avviare la misurazione con un semplice click, mentre una pressione prolungata registra video.
-
Il tasto menu permette di accedere al menù principale con una pressione lunga, mentre un rapido tocco modifica le palette colore.
-
Il tasto zoom, se premuto a lungo, regola manualmente la calibrazione, mentre con una pressione rapida attiva i quattro fattori di zoom.
-
È possibile scattare fotografie premendo contemporaneamente il tasto laser e il tasto menu.
All’interno del menù, il pulsante menu serve per confermare le selezioni, mentre i tasti zoom e laser permettono di navigare tra le varie impostazioni.
IMPRESSIONI PRATICHE SUL CAMPO
Ho avuto il piacere di utilizzare il Pixfra ARC LRF A435P:durante il mese di settembre, osservando diversi animali, dai cervi ai caprioli, dalle volpi, fino a effettuare alcune sessioni di avifauna, anche in giornate uggiose con pioggia.
Come sono solito fare, preferisco suddividere le mie impressioni in vari settori, partendo dall’ergonomia. Questo monocolo termico rappresenta un ottimo compromesso tra leggerezza, robustezza e design, adatto sia ai mancini che ai destrorsi. Non ho riscontrato particolari problematiche nell’impugnatura: con tre o quattro dita è possibile gestire i pulsanti in sicurezza. L’hand grip, quando regolato correttamente, garantisce una presa ottimale; personalmente non ho mai sentito la necessità di utilizzare la tracolla, trasportandolo comodamente a mano o nel tascone della giacca.

Un altro punto di pregio è l’ampia ghiera della regolazione diottrica molto rapida e precisa anche con guanti invernali. Durante alcune prove notturne con un amico, la regolazione diottrica del display si è dimostrata estremamente semplice, senza dover ricorrere alle piccole leve laterali spesso presenti su prodotti concorrenti. La ghiera di messa a fuoco della campana è ben utilizzabile, senza giochi e con una corsa molto breve, perfetta per passare rapidamente dall’osservazione di caprioli a breve distanza a soggetti più lontani.
La presenza della filettatura per treppiede è particolarmente utile: ho spesso sfruttato il monocolo su un treppiede fotografico per sessioni più stabili e precise.
Per quanto riguarda la qualità delle immagini, il compromesso ottimale è stato raggiunto: il sensore da 384×288 pixel, ottimizzato con un obiettivo luminoso da 35 mm, permette di percepire nel dettaglio le differenze morfologiche tra un capriolo e una cerva fino a circa 200 metri. Rispetto a modelli di 3-4 anni fa, si nota un netto miglioramento degli algoritmi: le immagini appaiono più uniformi e dettagliate, con riduzione del rumore e minor effetto pixel ai massimi ingrandimenti. Ovviamente non raggiunge la qualità di un sensore da 640×512 pixel, ma per distanze medie nell’attività venatoria italiana o per ricerche naturalistiche, rappresenta un prodotto leggero, trasportabile e con buona nitidezza, in grado di analizzare la scena attraverso varie palette colore.
Riguardo le palette, risultano abbondantemente sufficienti anche per utenti esigenti. Personalmente prediligo la palette bianca o nera, ma per osservazioni prolungate utilizzo spesso quelle virate verso il rosso, meno affaticanti per la vista, soprattutto nelle lunghe sessioni lavorative.
Il telemetro si è dimostrato rapido ed efficace, anche in presenza di foschia al crepuscolo. Per una maggiore precisione, è consigliabile appoggiarsi a un supporto stabile, come la portiera di un fuoristrada o un piccolo treppiede in carbonio.
La durata della batteria è più che soddisfacente: il peso di circa 400 grammi permette di trasportarlo facilmente all’interno di zaini o marsupi fotografici, senza percepirne l’ingombro.
Il software Pixfra ha funzionato molto bene: l’installazione e il riconoscimento del monocolo sono stati immediati, senza problemi di compatibilità. Ho potuto sfruttare la maggior parte delle funzioni disponibili, mentre la potenza del segnale dipende ovviamente dal proprio smartphone. Ho effettuato la classica prova di lasciare il monocolo sul treppiede e spostarmi all’interno dell’auto: il segnale è rimasto stabile fino a circa 10-15 metri, dopodiché si è talvolta interrotto.
Particolarmente utile la funzione Hot Tracking (Punto Caldo), che evidenzia il soggetto più caldo nella scena, efficace anche in presenza di foschia o pioggia. Non è presente la modalità Picture-in-Picture, ma il rapido cambio dell’ingrandimento con i fattori 1-2-3-4× funziona molto bene.
La modalità Foresta (Jungle) permette, con un semplice click nel sotto-menù, di gestire rapidamente una scena ad alto contrasto senza dover intervenire manualmente su nitidezza, luminosità e contrasto, risultando estremamente pratica durante le osservazioni sul campo.

PREGI E DIFETTI
Pregi
-
Prezzo di acquisto ottimo per la fascia di mercato.
-
Leggero, compatto e robusto.
-
Sensore di ultima generazione con obiettivo da 35 mm F1.
-
Possibilità di registrare video con audio o senza.
-
Regolazione rapida della messa a fuoco e delle diottrie.
-
Batteria sostituibile e ricaricabile con buona autonomia.
-
Algoritmo efficace nella soppressione del rumore, che riduce l’effetto pixel anche ai massimi ingrandimenti.
-
Perfetto per osservazioni dettagliate a media distanza.
Difetti
-
Difficile trovare difetti significativi.
-
Avrei preferito la modalità Picture-in-Picture, anche se spesso non è essenziale, soprattutto considerando la rapidità dei sistemi di zoom.
-
Per riconoscimenti oltre i 700 metri, consiglierei un modello con sensore di fascia superiore.

IN SINTESI
In sintesi, Pixfra con la serie ARC ha presentato monoculari termici affidabili, robusti, leggeri e compatti. Il modello A435 P si inserisce nella concorrenza nella stessa fascia di prezzo con un prodotto maturo e concreto, dotato di ottimo software di gestione e di un’applicazione per smartphone che ne facilita l’uso immediato. La qualità ottica e la capacità di rilevamento e riconoscimento consentono di ottenere immagini dettagliate anche a distanza, rendendolo ideale per attività venatorie, naturalistiche e di osservazione in generale.
PREZZI
Paganini consiglia, nel mese di ottobre 2025, un prezzo indicativo di vendita di Euro 1.669 iva con tre anni di garanzia
RINGRAZIAMENTI
Ringrazio Andrea Ambrosio di Paganini per aver fornito l’esemplare oggetto di questo test e per avermi lasciato la piena libertà di riportare le mie impressioni pratiche sul campo.
Un grazie speciale anche a tutti i lettori che mi seguono su Termici e Notturni, su Binomania.it e sul mio canale YouTube. Ricordo che esiste un gruppo Facebook ufficiale, intitolato Visori Termici, Visori Notturni e Fototrappolaggio, dove è possibile scambiare opinioni tra appassionati, proporre in vendita o acquistare monoculari termici, visori termici, clip-on e altro ancora.
Se non lo avete ancora fatto, vi consiglio di iscrivervi gratuitamente al mio canale YouTube per rimanere sempre aggiornati sul mondo degli strumenti ottici e digitali.
Mi chiamo Piergiovanni Salimbeni, sono un giornalista indipendente iscritto all’Ordine Professionale dei Giornalisti della Lombardia.
Sono nato il 17 Febbraio del 1975 e nel 1997 ho iniziato le mie prime collaborazioni editoriali con alcuni mensili nazionali. Mi sono laureato presso l’Università Statale di Milano con una tesi riguardante i danni da inquinamento elettromagnetico e le antenne di Radio Vaticana. Da quasi venti anni mi occupo di test strumentali, ho iniziato con i telescopi astronomici, per poi specializzarmi nelle ottiche naturalistiche. Nel 2012 ho inaugurato le prime recensioni riguardanti i prodotti per la visione notturna. Mi sono specializzato nell’utilizzo dei visori notturni optoelettronici per poi passare ad analizzare i primi visori digitali notturni e i prodotti per la visione termica. Dopo aver curato lo speciale Visione Notturna per la rivista CacciaMagazine e aver creato il gruppo Facebook “Visori termici, visori notturni e fototrappolaggio” ho deciso di lavorare a questo nuovo progetto editoriale per separare questo genere di recensioni dal mio sito www.binomania.it dedicato ai binocoli, agli spotting scope e ai telescopi astronomici.