Recensione del visore termico Pulsar Axion Key XM30

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Il visore  termico Pulsar Axion Key XM 30 costa 1290 euro IVA inclusa. Anni fa non avrei mai pensato di poter recensire un visore termico proposto a una cifra simile. La tecnologia migliora giorno dopo giorno e quindi era per me molto importante verificarne le prestazioni sul campo.

Ho quindi proposto ad Adinolfi SRL di Monza, distributore ufficiale dei prodotti Pulsar, di inviarmi un esemplare in visione per qualche settimana per consentirmi di produrre una recensione indipendente. Avrei preferito il modello “S” in grado di acquisire immagini e video attraverso l’applicazione nativa per smartphone,  purtroppo non era disponibile. Mi sono quindi dovuto “accontentare” dell’Axion X30.

Vi confesso di aver tentato di collegare lo smartphone all’oculare del visore termico, ma il sistema autofocus del mio telefono non è mai stato in grado di fornire una immagine nitida come quella percepita attraverso il piccolo monitor OLED. Ho deciso ugualmente di pubblicare un paio di fotogrammi, ma dovrete tenere conto di quanto ho appena evidenziato.

 

PRIME IMPRESSIONI

Il visore termico Pulsar Axion Key XM30  è stato progettato per essere impugnato agevolmente con una mano e custodito con semplicità nella tasca della giacca. In effetti è decisamente piccolo e leggero, anche grazie allo scafo in magnesio. Tutte le persone che hanno avuto il piacere di provarlo insieme con me ne hanno apprezzato proprio le dimensioni. La mia bilancia elettronica ha stimato un peso di 311 g con tappi, cinghia e batteria.  È lungo 136 mm e largo 69 mm. Sembra un piccolo telemetro per quanto è compatto.

Essendo un prodotto destinato all’uso outdoor è ovviamente impermeabilizzato, come vedrete nel video è classificato come IPX7 e progettato per funzionare anche dopo una immersione sino a tre piedi (0.9 m) di acqua per trenta minuti.

Immagine: un bel primo sul visore termico Pulsar Axion Key XM3

DOTAZIONE DI SERIE

 

La dotazione di serie è minimalista: batteria, trasformatore e cavetto per la ricarica e per gli aggiornamenti. È infatti possibile collegarlo al proprio computer e scaricare un file eseguibile che installa in automatico la piu’ recente versione del software di gestione.

Ho apprezzato particolarmente la batteria molto compatta, sembra un poco una cartuccia e si può caricare anche via USB. È disponibile separatamente una stazione di caricamento che carica due batterie la volta. Nella parte pratica vi darò le mie impressioni sulla durata con clima autunnale.

Immagine: il visore termico Pulsar Axion Key XM3 è impermeabilizzato

ACCESSORI OPZIONALI

Ci sono anche altri due accessori da acquistare separatamente oltre alle batterie e alla stazione di caricamento.  Il PULSAR PB8I che è un caricatore portatile in grado di estendere la carica del dispositivo quando si è “sul campo” e un interessante supporto per morsetto che si può utilizzare per fissare il visore termico in vario modo (corrimano, travi finestrini, etc., etc.)

 

CARATTERISTICHE TECNICHE

 

Il cuore del sistema è affidato a un sensore termico non raffreddato con un pixel pitch di 12 µm . Per mantenere costi e compattezza è stato usato un obiettivo piccolo che fornisce 2.5X e che è ottimizzato con zoom digitale sino a 10X. Io sono arrivato a usare con soddisfazione il 5X. Il visore termico ha una capacità di immagazzinamento di 16 GB.

Ma cosa sono i pixel pitch?  In elettronica hanno lo stesso significato dei dot pitch, il P.P. corrisponde alla distanza (in millimetri) dal centro di un pixel a quello di un altro vicino. All’atto pratico è la distanza che esiste tra due pixel. Piu’ “densi “saranno i pixel, maggiore sarà la qualità visiva (anche se si dovrà badare a gestire il rumore termico)

In questo caso l’ottica frontale, il sensore e l’OLED forniscono dei valori superiori ai modelli precedenti che hanno dimostrato, nell’uso prettamente visuale di fornire delle buone immagini.

Immagine: un primo piano sull’obiettivo del visore termico Pulsar Axion Key XM3

 

A livello tecnico posso scrivere che il sensore non è raffreddato ed è dotato di 320 x 240 px, ha una lente dell’obiettivo con un rapporto focale pari a F /1.2 (che richiede di una messa a fuoco molto precisa). L’ingrandimento ottico è di 2.5X che arriva sino a 10X in digitale grazie a un fattore zoom 4X.  La pupilla di uscita è di 3 mm, mentre l’angolo di campo visivo è di 12.8 m a 1000 m. (7.3° di campo) La messa a fuoco minima, invece, è di soli tre metri. L’oculare è dotato di una ghiera di regolazione di + – 4 diottrie e il paraluce in gomma si può abbassare per i portatori di occhiali.

Il raggio di individuazione di un soggetto alto almeno 180cm è di 1200 m. Il display è un LCOS che fornisce quasi 1000 px (960×720). Devo ammettere che il suo potere risolutivo è ottimo nella fascia di prezzo a patto di regolare bene la luminosità e la calibrazione. La temperatura di utilizzo è compresa tra i -10 e i +40. Io sono stato abbastanza svantaggiato in questa prova, perché, visto il periodo, ho sempre goduto di temperature superiori ai 6 gradi ma ho avuto modo di usarlo durante la pioggia e si è comportato irreprensibilmente.

Per ulteriori ragguagli tecnici potete visitare direttamente la pagina del costruttore https://www.pulsar-nv.com/ita/prodotti/571/ambiti-di-imaging-termico/axion-key/

Qui, invece,  potete scaricare il manuale è divertirti a leggere le varie impostazioni: https://www.pulsar-nv.com/data/public/uploads/2019/12/qsg_axion_key.pdf

 

IMPRESSIONI SUL CAMPO

Sino a pochi anni fa avrei trascorso molte ore rannicchiato e magari camuffato con una tuta mimetica per scattare una fotografia “da manuale”. Ora, invece, preferisco passare il tempo, sbinocolando e osservando la natura anche quando è notte fonda. Non nego che mi piace anche coinvolgere la mia famiglia in queste escursioni notturne. Le mie figlie apprezzano particolarmente queste avventure un po’ adrenaliniche al buio, in mezzo ai prati con i rumori del bosco che di notte appaiono strani e misteriosi.
Per questo motivo mi sono recato in uno dei miei punti osservativi preferiti con l’Axion Key XM30. Tutta la zona è stata telemetrata dal sottoscritto e so con esattezza la distanza di un soggetto rispetto ai miei vari punti di riferimento.

Immagine: I pulsanti sono funzionali e si possono usare anche con i guanti invernali

 

La distanza media degli animali era compresa tra i 150 metri e i 180 metri. Ho osservato per due sere di fila cervi, caprioli, cinghiali, volpi e lepri traendone le seguenti impressioni.

A centocinquanta metri è ben visibile la differenza di morfologia tra un capriolo e un cervo.  A questa distanza è anche molto facile riconosce un cinghiale mentre nel caso in cui ci sia una volpe accucciata è utile desistere da comprende di cosa si tratta e aspettare che si muova o si alzi.

Per quello che ho potuto comprendere le prestazioni ottenibili con un sensore termico, dipendono anche molto dall’esperienza dell’osservatore. Uno occasionale farà fatica a percepire le caratteristiche morfologiche di un soggetto che potrebbero essere maggiormente intuibili da una persona piu’ esperta.

A centocinquanta metri di distanza, l’immagine termica dei cervi era molto nitida. Ho ovviamente dovuto calibrare lo strumento e mettere a fuoco con attenzione l’OLED. Dovete anche tenere conto che l’ottica a corredo è aperta a F/1.2 e la profondità di campo è praticamente micrometrica. Questa forse è la maggior avvertenza da considerare per avere delle immagini sufficientemente a fuoco. Scordatevi la profondità di campo di un binocolo 7×42, giusto per essere chiari. Io ne ero consapevole soprattutto perché da appassionato di fotografia mi sono abituato a gestire nel corso degli anni la profondità di obiettivi aperti a F/1.4- F/ 2.8.

Ho scaricato la batteria del visore termico dopo due sere di utilizzo e qualche prova dal giardino di casa. Mi sento di confermare, quindi, che il visore termico Pulsar Axion Key XM30 è in grado di fornire una autonomia di sette- otto ore senza particolari problemi. In inverno con temperature piu’ gelide farà senz’altro peggio.

L’utilizzo dei menu è abbastanza rapido. Nel giro di una nottata è possibile imparare a saltare velocemente da un’impostazione all’altra. Ho trovato personalmente molto utile l’ingrandimento digitale sino a 5X; almeno per i soggetti grandi come i cervi. Reputo il 10X ininfluente nel raggiungimento di una qualsivoglia miglioramento. A 2.5X le immagini (se ben correttamente calibrate e focheggiate) sono nitide e contrastate e potrete scegliere tra varie opzioni di visualizzazione.
Ci sono, infatti, ben otto “tavolozze” di colori che migliorano la visibilità dei soggetti in base alle condizioni osservative e alla nostra percezione visiva. Io ho sempre prediletto il “bianco caldo” ma ammetto di essermi trovato bene anche con il “Nero caldo” soprattutto per percepire la sagoma di soggetti distanti e piccoli come le lepri.
Il Rosso monocromatico è utile per evitare l’effetto controluce dell’oculare, mentre altre palette colori come “arcobaleno” o “ultramarino” sono in grado anche se percettibilmente e soggettivamente di migliorare le differenze di temperatura in base alle caratteristiche di ciò che si sta osservando.

Immagine: come anticipato non è stato possibile ottenere delle immagini perfettamente a fuoco accostando lo smartphone. In linea di massima la visione attraverso l’OLED era simile a quella di sinistra anche se meno definita

 

È anche essenziale regolare la intensità del monitor per evitare lo“sfrangiamento” delle sagome dei soggetti osservati.

Come anticipato non è stato possibile ottenere delle immagini perfettamente a fuoco accostando lo smartphone. In linea di massima la visione attraverso l’OLED era simile a quella di sinistra

Ho anche provato a spingermi sino a 1200- 1300 metri di distanza, dove ero ancora in grado di verificare la sagoma di calore degli animali piu’ grandi ma non di definirne con esattezza la specie. Nel senso che ero in grado di comprendere, data la mia esperienza osservativa che a quella distanza a 5X potevo osservare senz’altro un cervo e non un capriolo, ma se fossi stato un osservatore occasionale avrei faticato a comprendere la specie inquadrata. Ancora una volta ritengo che l’attrezzatura sia utile ma l’esperienza di chi osserva in mezzo alla Natura sia fondamentale.

In caso di esigenze piu’ particolari vi consiglio di acquistare i modelli Pulsar dal prezzo decisamente superiore.

 

 

IN SINTESI

 

Ritengo che il Pulsar Axion Key XM 30 sia molto performante nelle osservazioni tra i 50 e i 150 metri con una perfetta visibilità dei cervi , dei caprioli e anche delle volpi (a patto che non siano accovacciate)

Avrei preferito la versione “S” per avere qualche ricordo delle nottate trascorse ad osservare. Sono anche convinto che la ripresa diretta sia migliore, giacché molto probabilmente il software sarà in grado di inviare un segnale video piu’ nitido di quello percepibile visivamente attraverso il piccolo monitor. 1024×768 vs 960x 720  Avrei forse preferito un paraluce degli oculari piu’ confortevole, Ottima, invece la disposizione dei pulsanti e molto intelligente la scelta di aver dotato il tappo di una micro calamita che consente di agganciarsi all’impugnatura dello strumento.

 

PREGI E DIFETTI

 

Pregi

 

  • Prezzo di acquisto
  • Ottica luminosa (in proporzione al suo diametro)
  • Compattezza e impermeabilizzazione
  • Varie modalità di visualizzazione
  • Durata media della batteria
  • Zoom digitale 5X sfruttabile

 

Difetti

  • Impossibilità di registrare video e scattare immagini. Si deve spendere qualcosa in piu’ e comprare la versione “S”

  • Zoom 10X ininfluente

  • Posizione della filettatura per il collegamento ai cavalletti fotografici un po’ scomoda

 

PREZZO DI ACQUISTO

Come anticipato il visore termico Pulsar Axion Key XM30 (Ottobre 2020) costa 1290 euro IVA INCLUSA

 

DISCLAIMER

“Termicienotturni.it” è un progetto editoriale di Piergiovanni Salimbeni – Giornalista Indipendente. I prodotti testati non sono in vendita, sono restituiti dopo la visione e non percepisco nessuna percentuale sulla eventuale vendita del modello recensito. Il distributore italiano di questo prodotto   (https://www.adinolfi.com) ha inviato il prodotto in visione  lasciandomi libero di citare le mie impressioni imparziali come è dovere di ogni giornalista.

 

Mi chiamo Piergiovanni Salimbeni, sono un giornalista indipendente iscritto all’Ordine Professionale dei Giornalisti della Lombardia. Sono nato il 17 Febbraio del 1975 e nel 1997 ho iniziato le mie prime collaborazioni editoriali con alcuni mensili nazionali. Mi sono laureato presso l’Università Statale di Milano con una tesi riguardante i danni da inquinamento elettromagnetico e le antenne di Radio Vaticana. Da quasi venti anni mi occupo di test strumentali, ho iniziato con i telescopi astronomici, per poi specializzarmi nelle ottiche naturalistiche. Nel 2012 ho inaugurato le prime recensioni riguardanti i prodotti per la visione notturna. Mi sono specializzato nell’utilizzo dei visori notturni optoelettronici per poi passare ad analizzare i primi visori digitali notturni e i prodotti per la visione termica. Dopo aver curato lo speciale Visione Notturna per la rivista CacciaMagazine e aver creato il gruppo Facebook “Visori termici, visori notturni e fototrappolaggio” ho deciso di lavorare a questo nuovo progetto editoriale per separare questo genere di recensioni dal mio sito www.binomania.it  dedicato ai binocoli, agli spotting scope e ai telescopi astronomici.